«Chi disse “preferisco avere fortuna che talento”
percepì l’essenza della vita.
La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita: terrorizza pensare che sia così fuori controllo.
A volte in una partita la palla colpisce il nastro, e per un attimo può andare oltre o tornare indietro: con un po’ di fortuna va oltre, e allora si vince; oppure no, e allora si perde»
[dal film “Match point”, Woody Allen]
Una storia di fortuna e di talento.
Tommaso è un ragazzo che ha visitato (quasi) ogni angolo della terra, fatto sport a livello agonistico, studiato oltre oceano: 33 anni e mai nessun battito fuori posto.
Fortuna – quella di Tommaso – e talento – quello dei medici del Pronto Soccorso del NOA, in tandem con l’équipe cardiochirurgica dell’Ospedale del Cuore.
Fortuna. Un pranzo con la mamma e un mal di stomaco molto forte, insieme ad un sentore che qualcosa fosse fuori posto: inizia così la storia di Tommaso, che prima di agosto 2020 non si era mai preoccupato per il suo cuore.
Talento. Una volta al Pronto Soccorso, il Cardiologo di turno lo ha mandato all’Ospedale del Cuore: qui, è stato visitato e ricoverato per un’operazione cardiochirurgica.
Tommaso era affetto da un’origine anomala della coronaria sinistra. Una patologia congenita al cuore mai diagnosticata, e che può rivelarsi – nel corso della vita – con gravi aritmie, potendo addirittura portare alla morte improvvisa giovanile. Ma è stato fortunato (se di fortuna, in questi casi, si può parlare).
Ha affidato il proprio cuore alle esperte mani del Guch Team, una équipe composta da professionisti – Cardiologi e Cardiochirurghi – che si occupa sia di pazienti adulti che pediatrici, in modo da utilizzare la diversa e più appropriata tecnica al caso, unendo le diverse competenze per una migliore risposta di cura.
In sala operatoria quell’8 agosto 2020, ad “aggiustare” il cuore di Tommaso – è lui stesso ad utilizzare questa parola – c’erano due Cardiochirurghi dell’Adulto, il Dottor Marco Solinas e il Dottor Giacomo Bianchi, e un Cardiochirurgo Pediatrico, il Dottor Vitali Pak.
Racconta la propria storia, Tommaso, con commozione e ironia.
La sua vita è cambiata, dice.
«Il “mio Doc”, così mi piace chiamare Solinas, ha toccato il mio cuore e lo ha raddrizzato.
Adesso che il mio cuore è stato aggiustato, ho messo ordine nella mia vita e sono ripartito. Sono ripartito dalle persone e dalle cose che ho, e che tengo strette: nel mio cuore aggiustato – e si commuove. Questo cuore batte più forte di prima: ho un cuore d’artificio – e ride.
Ho avuto la fortuna e l’onore di essere stato operato da tre talentuosi Medici: nonostante la loro grande professionalità, sono stati prima di tutto delle Persone. Mi hanno accompagnato in questo percorso, confortato, spiegato che cosa sarebbe accaduto.
Ogni tanto guardo la cicatrice: so che c’è, ed è un tratto importante di me.
Mi ricorda che sono morto una volta, la seconda vita la vivo meglio».
«È stato fatto un intervento correttivo, che ha risolto completamente la patologia: non solo il paziente non ha più alcun sintomo (e nemmeno mai li avrà), ma soprattutto, adesso ha una normale aspettativa di vita. Tommaso è guarito.
Anzi, mi viene da dire che lo abbiamo operato fin troppo bene, perché pochi mesi dopo l’intervento ci siamo incontrati per caso sul campo da golf, e abbiamo fatto la nostra prima sfida, a cui ne sono proseguite molte, e non sono mai riuscito a vincere».