È domenica e Gennaro Nasti è al mare, con la famiglia. Si riposa perché lunedì ha parecchio da fare: la casa, la spesa, i nipoti di cui prendersi cura. 84 anni, tanti impegni, una famiglia che lo “coccola” e un cuore che è tornato ad essere la sua forza grazie ad una tecnica che ha consentito di sostituire la valvola aortica senza aprire il torace, senza anestesia totale, senza circolazione extracorporea.
Gennaro, spezzino, il cuore lo tiene sotto controllo da circa 10 anni quando gli viene diagnosticato un problema alla valvola aortica; a maggio del 2020 un infarto e l’intervento in Liguria, con l’impianto di 5 stent. Gennaro si riprende, poi lo scorso inverno arriva la debolezza: troppo faticoso camminare, più che mai salire le scale. Il 19 marzo scorso la stanchezza diventa insostenibile: Gennaro sta salendo le scale, cade a terra, riverso. E’ suo figlio Giuseppe a praticare il massaggio cardiaco: gli salva la vita, ma il cuore di suo padre ha bisogno di un intervento delicatissimo perché la valvola aortica deve essere sostituita. Un’operazione che fino a pochi anni fa veniva eseguita solo con la chirurgia tradizionale: anestesia totale, apertura del torace, circolazione extracorporea e un impegnativo decorso post operatorio.
Il MOMENTO CHE CAMBIA LA STORIA DI GENNARO
Anni di Ricerca applicata alla clinica, anni di Cura e di lavoro di equipe consentono alla Squadra del Cuore di Fondazione Monasterio di offrire a Gennaro un’alternativa, quella dell’impianto transcatere di una valvola. Si tratta di una delle procedure di cardiologia strutturale in cui Monasterio è stata pioniera, ha continuato ad innovare negli anni ampliandone l’ambito di applicazione e le metodiche di diagnostica con esiti clinici che la collocano ai vertici nazionali. Sedazione minima, nessun taglio nel torace, intervento più breve di quello chirurgico e decorso più rapido. Non una procedura che sostituisce quella tradizionale (che rimane e in alcuni casi resta più indicata), ma un’opzione che consente la sostituzione della valvola in pazienti ad alto rischio o anziani per cui la chirurgia tradizionale potrebbe non essere indicata.
“Attraverso la vena femorale _ spiega il dottor Tommaso Gasbarri che ha operato Gennaro _ viene inserita una guida che raggiunge il cuore fino a superare la valvola interessata. All’interno della guida scorre quindi la protesi che rimane “schiacciata” intorno ad una sorta di palloncino. Quando raggiunge la posizione corretta, il palloncino si gonfia, la valvola si estende e si colloca nella sede”.
Niente circolazione extracorporea, il paziente rimane sveglio, leggermente sedato. C’è solo un momento in cui perde coscienza ed è quello in cui, per consentire alla valvola di essere collocata nel punto esatto, i battiti vengono così tanto accelerati che il cuore risulta quasi fermo.
LA SQUADRA DEL CUORE DI GENNARO
Un lavoro di equipe in cui l’affiatamento della Squadra del Cuore è indispensabile. Durante e prima dell’intervento.
“L’équipe _ spiega il dottor Gasbarri _ è composta da cardiochirurgo, emodinamista, anestesista, infermieri, tecnico di radiologia”. E quell’equipe lavora insieme per giorni: durante l’intervento, senza aprire il torace, il medico non vede il cuore “in diretta”, deve quindi studiarlo prima, attraverso le immagini delle tac per fotografarne le caratteristiche: dimensioni, morfologia, tipicità. Fino all’intervento.
Sono state 197 lo scorso anno le procedure transcateterali in Fondazione Monasterio. Una di quelle, nel marzo scorso, ha consentito a Gennaro di tornare dagli amati nipoti: “Mio padre _ racconta il figlio Giuseppe _ all’Ospedale del Cuore ha incontrato l’eccellenza sotto ogni profilo, professionale ed umano. Appena varcata la soglia dell’Ospedale del Cuore, si è sentito meglio: per il modo in cui è stato accolto, sostenuto, incoraggiato. Quando dico a mio padre che ha una visita di controllo all’Ospedale del Cuore, per lui è una gioia pensare di venire da voi. Monasterio è per lui sicurezza, serenità. Anche noi familiari siamo felicissimi delle cure che gli sono state riservate”.
La Ricerca, l’innovazione, la Cura, la persona sempre al centro. E la prospettiva di garantire alla Squadra del Cuore di Fondazione Monasterio spazi che corrispondano al meglio alle sue qualità professionali. A breve, infatti, le procedure transcateterali di sostituzione delle valvole verranno realizzate nella sala ibrida del nuovo blocco operatorio. In quella sala, quasi 100 metri quadrati, ci sono le migliori condizioni che le conoscenze attuali consentano per l’esecuzione della procedura: non solo una tecnologia di altissimo livello che consente al cardiochirurgo e all’emodinamista di lavorare in piena sintonia, ma anche la fusion imaging con la possibilità di sovrapporre immagini ecografiche ed angiografiche ricostruendo così non solo l’anatomia, ma anche i flussi sanguigni del cuore. Senza dimenticare che la sala ibrida_ come sottolinea il dottor Gasbarri _ consente di convertire, nel caso fosse necessario, un intervento in via transcateterale in intervento tradizionale, senza spostare il paziente o l’equipe.
L’innovazione e la persona sempre al centro.