Un paziente e tanti professionisti che si prendono cura di lui, che si occupano di studiare la sua storia clinica, gestire la terapia farmacologia, garantire l’assistenza e seguire gli sviluppi clinici: la condivisione di informazione tra quelle figure è fondamentale. Fondamentale che le informazioni siano trasmesse correttamente e nella loro completezza. Ci sono però momenti particolarmente delicati per quella trasmissione, momenti in cui il rischio dell’errore è più alto: il cambio turno, quando esce l’operatore che ha avuto in carico il paziente o il trasferimento del paziente ad un nuovo reparto.
E’ in quelle circostanze che il flusso delle informazioni potrebbe interrompersi e per evitare che ciò accada, è stata messa a punto la metodologia SBAR (Situation-Background-Assessment-Recommendation- Situazione, Contesto, Valutazione e Raccomandazioni). Si tratta di un metodo strutturato e condiviso di trasmissione delle informazioni cliniche che si adatta perfettamente alle situazioni di emergenza. Una trasmissione di informazione con passaggi definiti e codificati che evita “falle”, imperfezioni o dimenticanze nel passaggio delle consegne.
La metodologia Sbar, con alcune modifiche che meglio permettono di “declinarla” in base alle specifiche necessità di Monasterio, è parte integrante della cartella clinica elettronica. La cartella, certificata come dispositivo medico, è un complesso sistema informatico realizzato interamente in house da Monasterio e adesso nella disponibilità di tutte le aziende sanitarie regionali. In quella cartella, lo Sbar, adattato alle necessità dei due ospedali di Monasterio, è lo strumento utilizzato per l’handover (il passaggio di consegne).
L’utilizzo della metodologia e le modifiche apportate in Monasterio sono il focus di una recente pubblicazione dal titolo “L’handover infermieristico: uno studio osservazionale presso le Degenze di un Dipartimento Cardiotoracico”. Autori della pubblicazione sono Maria Filomena Speltri, Marco Vaselli, Stefania Baratta, Maila Lazzarini, Monica Baroni, Andrea Ripoli, Tommaso Bellandi.
“Il passaggio di consegna _ spiegano le autrici e gli autori delle pubblicazioni _ ha rilevanti implicazioni in termini di sicurezza e continuità delle cure. È un processo comunicativo che richiede il trasferimento delle informazioni clinico-assistenziali e del ruolo di referente per la cura del paziente. La vulnerabilità è legata alle informazioni incomplete, irrilevanti, omesse o male interpretate che predispongono all’errore”.
Gli scenari in cui si rende necessario un passaggio di consegna sono diversi, dal cambio turno tra figure professionali del medesimo profilo, come dicevamo, alle interazioni interdisciplinari, al trasferimento da un’unità operativa all’altra, fino al momento delle dimissioni. Proprio il primo scenario (il cambio turno ndr) è stato il focus d’indagine di uno studio osservazionale trasversale condotto in Monasterio. Per la rilevazione delle omissioni informative è stato messo a punto uno strumento integrato dell’ ISBAR modificato contesto-dipendente. Dai dati quali-quantitativi rilevati dallo studio è emersa la necessità di una modalità di handover strutturata in virtù di uno schema comunicativo standardizzato. E su questo si concentra la pubblicazione: metodologie codificate che consentono la piena condivisione delle informazioni sempre a garanzia della qualità dell’assistenza sanitaria e della sicurezza del paziente.