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Medicina di genere, Monasterio in Senato per la presentazione del progetto SeGeA

Anche la dottoressa Silvia Maffei, responsabile di endocrinologica ginecologica cardiovascolare ed osteoporosi di Monasterio, alla presentazione in Senato del progetto SeGeA (Sex and Gender Approach), dedicato alla medicina di genere. Il progetto è stato presentato nell’ambito di un importante evento promosso dalla Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP (dei tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione). L’iniziativa ha riunito a Palazzo Giustiniani esperti, professionisti del settore e rappresentanti istituzionali per discutere e diffondere l’importanza della medicina di genere all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, come stabilito dalla legge 3 del 2018, promossa e firmata dalla già Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin.

Tema, quello della medicina di genere, particolarmente caro a Monasterio che ha creato un percorso, chiamato non a caso “Monasterio rosa” e dedicato alla donna per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie cardiovascolari.

La presentazione del progetto SeGeA in Senato ha messo in luce disparità di sesso e genere nella diagnosi e nella cura, disparità su cui è fondamentale intervenire in modo strutturato, al fine di garantire un accesso equo all’assistenza, indipendentemente dal genere. La Presidente della FNO TSRM e PSTRP, Teresa Calandra, ha sottolineato l’importanza di utilizzare le conoscenze acquisite attraverso lo studio SeGeA per prevenire e contrastare le cause delle disuguaglianze di genere nel settore sanitario.

Le disuguaglianze di genere sono presenti in  diversi ambiti della Medicina. Per superare quelle diseguaglianze è centrale il ruolo degli operatori sanitari, la loro consapevolezza e formazione. È cruciale proporre un approccio attento alle differenze di genere a tutte le professioni sanitarie, con un coinvolgimento trasversale, includendo tutti i comparti organizzativi e clinici e mirando all’ottimizzazione delle performance cliniche e di ricerca.

Silvia Maffei

Responsabile dell’endocrinologica ginecologica cardiovascolare ed osteoporosi di Monasterio

 Gli stereotipi di genere possono determinare ritardi nella diagnosi di malattie, anche importanti come l’infarto del miocardio e alcuni tumori, oltre a una minore appropriatezza terapeutica.  Spesso _ per esemplificare_ la sintomatologia nota delle patologie è quella che si manifesta nel maschio. Ciò quindi induce le donne a non riconoscere segnali di malattia o malessere. Un cambiamento culturale e professionale è, quindi, essenziale per garantire la parità di accesso alle cure e migliorare l’assistenza. La dottoressa Maffei ha illustrato in Senato il modello Monasterio per la medicina di genere con specifici percorsi formativi condivisi che attivano e responsabilizzano l’intera rete di professionisti.

Il progetto SeGeA, sviluppato dalla FNO TSRM e PSTRP in collaborazione con EngHea (Engendering Health), ha previsto una prima fase di indagine sui professionisti e sulle professioniste sanitarie per valutare l’importanza del tema della medicina di genere. Dal questionario, somministrato a uomini e donne che lavorano in sanità,  è emersa una visione stereotipata del ruolo di genere: gli uomini si riconoscevano in gran parte come “protettori delle donne” e “persone che hanno bisogno delle cure femminili” (sessismo benevolo), sia come “controllori” delle donne (sessismo ostile).  Le donne, invece, si identificavano come “persone da proteggere” e “fragili”, ma anche critiche nei confronti delle altre donne che manifestano il desiderio di sovvertire l’ordine “naturale” delle cose. All’indagine, nell’ambito del progetto, è seguita una seconda fase che ha previsto una  formazione specifica per promuovere un approccio di sesso e genere nelle professioni sanitarie. La formazione ha coinvolto oltre 11.000 professionisti e professioniste e si  è articolata in due eventi. Il primo evento formativo è stato “Incipit” per illustrare i concetti fondamentali dell’approccio di genere e ad indagare le conoscenze su tre temi: infarto, tumore al seno, osteoporosi. Ad “Incipit” ha  fatto seguito “20 ore di medicina di genere” per  parlare  di violenza di genere, ruolo del caregiver sulla salute e comunicazione dei rischi degli inquinanti.

La presentazione  a Palazzo Giustiniani ha visto la partecipazione di esperti e rappresentanti di diverse istituzioni, che hanno sottolineato l’importanza della formazione per affrontare le disuguaglianze di genere nei servizi sanitari. La promozione di un approccio attento alle differenze di sesso/genere viene finalizzata non solo agli assistiti, ma anche a sanitari e sanitarie, migliorando la qualità delle cure e prevenendo potenziali danni. In conclusione, il progetto SeGeA rappresenta un passo avanti significativo per promuovere una medicina equa, appropriata ed inclusiva in cui l’attenzione alle specificità di genere sia parte integrante dei programmi di ricerca, formazione e comunicazione. Solo attraverso una maggiore conoscenza e sensibilizzazione sul tema della medicina di genere sarà possibile garantire un futuro più equo e salutare per tutti.

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