A Monasterio il Lean Healthcare Award 2023 per il miglior progetto innovativo, un premio rivolto ai percorsi di riorganizzazione nel mondo della sanità. Il progetto premiato è quello di efficientamento del percorso clinico nei pazienti con prolasso della valvola mitrale.
Lo studio è stato realizzato da un gruppo di lavoro multidisciplinare composto dalla dottoressa Monica Baroni, dal dottor Marco Solinas, dal dottor Sergio Berti, dal dottor Rafik Margaryan, dal dottor Angelo Monteleone e dagli ingegneri Maria Rita Romeo, Annalisa Nardone e Monica Megaro. Lo studio è risultato vincitore anche dell’AIIC Awards 2023, nell’ambito del Convegno AIIC (Associazione Italiana Ingegneri Clinici) 2023, nel corso della sessione “Reingegnerizzazione data driven di percorsi e processi” .
Il progetto nasce dalla necessità di avere metodiche alternative alla coronarografia per la valutazione delle arterie coronarie nella fase pre-intervento, in una popolazione che ha in genere una bassa probabilità di avere anche una coronaropatia. La coronarografia, infatti, viene eseguita normalmente per escludere eventuali lesioni sulle coronarie che potrebbero determinare complicanza severe durante l’intervento, però richiede un prolungamento della degenza di almeno un giorno, il coinvolgimento del Laboratorio di Emodinamica ed è sostanzialmente un esame invasivo, quindi non privo di un minimo rischio.
Nell’ultimo decennio si è però affermata una possibile alternativa alla coronarografia nello studio delle coronarie, rappresentata dalla tomografia computerizzata. Anche le recenti Linee Guida di Cardiologia prevedono la possibilità di utilizzare nei pazienti a basso rischio la tomografia computerizzata (TAC) come alternativa alla coronarografia in determinate condizioni cliniche e di probabilità pre-test.
Sulla scorta sia dell’esperienza maturata negli ultimi 15 anni nel campo della tomografia computerizzata coronarica che del recente acquisto di una modernissima TAC “photon-counting”, che abbatte drasticamente l’utilizzo di radiazioni ionizzanti, Monasterio ha avviato un innovativo percorso diagnostico per la valutazione delle arterie coronariche in fase preparatoria all’intervento di correzione del prolasso mitralico. E’ stato collegialmente scelto un sistema di analisi della probabilità pre-test ( pretest probability (PTP))di avere anche una coronaropatia e ne è stata valutata l’affidabilità attraverso un’indagine retrospettiva: dalle 7.343 cartelle cliniche elettroniche di pazienti sottoposti a chirurgia valvolare tra il 2014 e il 2020, sono stati estrapolati i dati relativi a 1.556 pazienti con prolasso mitralico. Per quei 1.556 pazienti è stato calcolato retrospettivamente il rischio di malattia coronarica significativa attraverso l’utilizzo del PTP, confermando il valore predittivo del test. Il test così validato consente di indirizzare i pazienti a basso rischio a procedure diagnostiche meno invasive, alternative alla coronarografia .
Sulla base della risposta al test, che prende in considerazione i principali fattori di rischio cardiovascolari e il sintomo angina, è stato possibile classificare i pazienti con prolasso mitralico in attesa di intervento in: alto, intermedio e basso rischio per una possibile patologia coronarica associata. In base agli esiti del PTP, il paziente viene indirizzato a angiografia coronarica con tomografia computerizzata se a basso-medio rischio (PTP 15%) e a coronarografia solo se ad alto rischio (PTP >15%).
Dei 149 pazienticon prolasso mitralico indirizzati a riparazione o sostituzione valvolare nei 18 mesi successivi all’avvio del nuovo percorso,83 sono stati classificati a basso-medio rischio di avere una malattia coronarica associata ed hanno quindi effettuato solo TAC coronarica pre-intervento, mentre i 66 pazienti che sono risultati ad alto rischio hanno effettuato coronagrafia. Nella popolazione afferente al percorso innovativo (no coronarografia) gli interventi sono stati effettuati senza complicanze ischemiche, a conferma della bontà delle informazioni ottenute con la sola TAC, si è ottenuta una una riduzione dei tempi di degenza di circa 2 giorni, un abbattimento del 40% delle dosi di radiazioni ionizzanti e in ultimo , una riduzione dei costi annui relativi alla procedura diagnostica di circa 100.000,00€, a conferma della efficacia e dell’efficienza del percorso proposto