Una Storia di Cuore, dall’Ospedale del Cuore.
Una storia di Speranza.
Una storia di Fiducia.
Una storia d’Amore.
Una storia con un triste inizio, ma un finale Bellissimo.
E’ la storia di L. che, dal suo paese di origine – un paese straniero – è arrivata qui, da noi, e l’abbiamo accolta a braccia aperte.
L. portava in grembo una bambina che, secondo il parere dei medici di laggiù, non sarebbe sopravvissuta: per la salvezza della madre, la madre stessa avrebbe dovuto abortire.
Ma L. non voleva rinunciare alla sua piccola: fece i bagagli e, armata di Speranza, arrivò in Italia. Era confusa, intimorita, spaventata.
Immediatamente accolta dall’Associazione “Un cuore, un mondo”, è iniziato un dialogo con i Volontari, che hanno messo lei ed il marito in una condizione di tranquillità, donando loro conforto.
La situazione della piccola bambina era effettivamente grave – questo hanno denunciato i medici che le hanno fatto ogni tipologia di visita apposita.
Ma (perché c’era, un ma), esisteva una – se pur piccola – speranza. Un intervento, molto difficile e rischioso.
Quello di L. e del compagno doveva essere un vero e proprio, puro, Atto di Fiducia: fiducia nei confronti dell’Ospedale del Cuore, fiducia nei confronti dei Volontari, che hanno offerto loro una casa, del cibo, e tutto il sostegno – psicologico e morale – di cui avevano bisogno.
La bambina nacque circa alla 35esima settimana: prematura.
Prematura e sotto peso.
Quello di L, quindi, sarebbe stato un completo atto di abbandono nelle mani del Dr. Vitali Pak e del Dr. Vincenzo Poli, che avrebbero eseguito l’intervento.
Una bambina, la piccola A., di appena 10 giorni di vita e di 1.4 chilogrammi, entrò in sala.
Un intervento, quello di A., estremamente delicato dal punto di vista tecnico.
I cardiochirurghi dovettero eseguire una Decoartazione Aortica.
«L’aorta – racconta il Dr. Pak – era talmente piccola: aveva un diametro di 2 millimetri. Come un filo di seta. In tutta la mia vita, la mia carriera professionale, non ho mai trattato un bambino così sotto peso, per questo intervento, e con un’aorta tanto piccola e sottile».
La bambina, dopo un periodio in Terapia Intensiva Pediatrica accudita da Infermieri e Cardio-rianimatori, era salva.
Poi le cure in Degenza Pediatrica.
Al momento della dimissione, era guarita.
Questa è la Storia di una Bambina che non avrebbe dovuto nascere, e che invece – adesso – passa le Feste con i suoi genitori, nella sua casa.
Questa è la Storia di come Medici, Infermieri, Oss, e tutto il personale si prende Cura dei nostri piccoli pazienti, ponendoli al centro – sempre.
Questa è la Storia di due genitori, spaventati e soli, che hanno trovato una Famiglia, qui, da noi.
Questa è la Storia del lavoro sinergico fra l’Associazione “Un cuore, un mondo” e la Fondazione Monasterio.
E’ un messaggio di Speranza.
E’ una storia di Cuore, per il Cuore.
Buona vita, piccola A.