Il Dottor Edoardo Zancanaro ha 26 anni sulla carta ma, nonostante la giovane età, ha le idee chiare e una visione sul futuro degne di una persona molto più matura.
Nel suo cuore, e nella sua vita, ci sono i cuori (anatomici) ed i motori.
Corre in pista fin da quando aveva 13 anni. Osserva, studia, scruta e mette le mani sui motori come sta imparando a fare sui cuori.
Una persona pragmatica che, racconta, ha bisogno di mettere letteralmente le mani sul problema e giungere ad una soluzione.
«”Come in una macchina il motore si trova al centro, il cuore è il centro di ogni cosa”: sono cresciuto con questa frase del celebre cardiochirurgo Denton Cooley che mi risuonava nella testa – spiega il Dottor Zancanaro, e prosegue -, e per tutta la vita ho sognato di essere anche io un cardiochirurgo».
L’Università di Medicina per arrivare alla Cardiochirurgia: è al suo primo anno di specializzazione, che ha deciso di fare a Massa, all’Ospedale del Cuore della Monasterio.
«Sono arrivato a Massa con la valigia da Milano perché, a livello italiano e, soprattutto, europeo – spiega Zancanaro -, l’Ospedale del Cuore è un vero e proprio unicum: ha delle particolarità che non esistono altrove. Innanzitutto, professionisti come Marco Solinas e Giacomo Bianchi, e poi una visione molto chiara del futuro e della direzione che deve prendere la cardiochirurgia: dalle tecniche mini invasive ed endoscopiche, fino alla perfetta integrazione con la cardiologia interventistica. La particolare attenzione rivolta alla formazione: i più grandi, i maestri, insegnano ai più piccoli, agli studenti. Noi specializzandi siamo entrati fin da subito in sala operatoria, ogni giorno con un compito sempre più difficile: siamo costantemente seguiti, abbiamo un mentore sempre accanto, pronto a correggere e ad insegnare».
E continua, spiegando quelli che sono i pilastri sui quali si fonda la formazione degli specializzandi all’interno delle mura delle strutture della Fondazione Monasterio: l’approccio alla cardiochirurgia, imparando dalle basi, le cose più semplici, eseguendo gli interventi con le tecniche classiche, mini invasive ed endoscopiche; il lavoro in reparto, perché non si può dimenticare l’essenzialità, nel lavoro del medico (qualunque medico) dell’aspetto clinico; la ricerca, senza la quale non può esserci la cura del paziente.
«Non solo ho sempre sognato di essere un cardiochirurgo – racconta, ancora, Zancanaro -, ma ho anche una visione molto chiara del cardiochirurgo che voglio essere: ancora una volta, in questo caso, sposo perfettamente l’idea del mio mentore, il Dottor Marco Solinas, e di tutta la sua équipe dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia dell’Adulto. Il cardiochirurgo del futuro sarà un medico con numerose competenze, avrà molte specialità: sarà un medico completamente ibrido e multitasking, conoscerà le tecniche chirurgiche classiche, conoscerà tutte le tecniche percutanee, integrerà il suo lavoro con la robotica (che arriverà), e sarà maggiormente specializzato nell’imaging».
«La Cardiochirurgia dell’Ospedale del Cuore ha una visione sul futuro.
Anzi, la Cardiochirurgia dell’Ospedale del Cuore è già nel futuro: ha costituito un Heart Team, grazie al quale diverse specialità collaborano senza il minimo conflitto.
L’Ospedale del Cuore della Monasterio sta formando dei veri medici del cuore».