Servizio di Psicologia
Presentazione
La cardiopatia, sia congenita che acquisita nel corso della vita, può implicare una serie di problematiche a livello psicologico all’individuo che ne è affetto, e al nucleo familiare a cui appartiene.
Il supporto psicologico ospedaliero ha lo scopo di minimizzare tali conseguenze, sulla persona e sui caregivers.
La mission consiste nell’uscire dalla stretta ottica della patologia, andando a lavorare sul miglioramento della qualità della vita, attraverso il supporto della persona stessa e della famiglia, in modo multidiscipliare e integrato.
E’ stato riscontrato come dopo un evento cardiaco grave, il paziente possa andare incontro a stati di ansia e depressione, e sviluppare in alcuni casi i sintomi tipici di un disturbo post traumatico da stress (PTDS). Non intervenire in modo adeguato può compromettere le possibilità di recupero, sia psicologico che fisico.
All’interno del percorso del paziente con malattia cardiaca congenita o cardiovascolare acquisita, uno dei nostri obiettivi è anche quello di fornire, laddove necessario e possibile, una presa in carico dell’aspetto psicologico implicato nell’esperienza ospedaliera e post-ospedaliera.
Questo, coinvolgendo sia il paziente che il familiare in un percorso multidisciplinare ed integrato, che possa far sentire la persona in tutta la sua soggettività e umanità, messa al centro, e non semplicemente l’oggetto di un trattamento medico-chirurgico.
Esistono, nella stragrande maggioranza dei casi, ampie possibilità – per la persona affetta da cardiopatia – di poter condurre una vita dignitosa, ricca di significato e con buone aspettative. Uno degli obiettivi del lavoro psicologico è quello di aiutare la persona a rimuovere i blocchi emotivi che possono ostacolare il conseguimento di tale obiettivo.
Tecniche psicoterapeutiche innovative, come Mindfulness e EMDR, puntano a migliorare la qualità della vita della persona affetta da cardiopatia e a minimizzare stress e conseguenze post-traumatici derivanti dall’esperienza di malattia.
Il nostro intento è quello di trasformare un’esperienza difficile, che segna la vita di tanti bambini, adulti e delle loro famiglie, in una risorsa positiva, aiutando i cardiopatici congeniti a superare i problemi dell’età adolescenziale e a raggiungere l’età adulta, consapevoli dei propri limiti ma anche delle proprie risorse.
Tutta l’équipe sanitaria è al servizio delle famiglie in ogni fase di vita, dal momento della diagnosi pre-natale alla prima infanzia, nel delicato passaggio dal pediatrico all’adulto, (come nel percorso GUCH, grown-up congenital heart), fino alla terza età.
Nel caso di cardiopatia o disturbi cardiovascolari acquisiti nel ciclo di vita, l’obiettivo è invece quello di favorire un buon adattamento a una condizione nuova, aiutando la persona a comprendere la propria malattia, a favorire comportamenti funzionali, stili di vita sani e a promuovere una buona qualità di vita.
In questi percorsi, un ruolo fondamentale viene svolto anche dalle associazioni come “Un cuore, un mondo” ed “AICCA” , sia nelle delicate fasi dei percorsi ospedalieri delle famiglie, che nel processo di integrazione della persona cardiopatica nel tessuto sociale. Ad esempio, attraverso la sensibilizzazione su temi importanti, quale la possibilità di fare sport, qualora le condizioni cliniche lo consentano; il conseguimento della patente di guida, passo importante verso l’autonomizzazione della persona; o nel percorso di maternità. Tutti questi propositi hanno lo scopo finale di aiutare la persona a sentirsi maggiormente libera e meno condizionata dal proprio “vissuto di malattia”. Tutto ciò avviene anche promuovendo la partecipazione ad attività di volontariato, l’associazionismo e il “peer to peer supporting”.
Dal 2017 è, inoltre, a disposizione del personale sanitario FTGM un laboratorio formativo Mindfulness accreditato E.C.M per la gestione dello stress correlato al lavoro e alla prevenzione del burnout.
Il percorso consiste nel protocollo MBSR originale (mindfulness based stress reduction) di J.K Zinn: 8 incontri di gruppo a cadenza settimanale per un totale di 3 edizioni annue, durante le quali vengono insegnate al personale tecniche psico-corporee di regolazione dei propri livelli di attivazione psico-fisiologica, di gestione delle emozioni, pensieri e stress. Vengono inoltre effettuare regolari sedute mindfulness di follow up e re-training per tutti coloro che hanno partecipato al protocollo base.
E’ stato riscontrato come dopo un evento cardiaco grave, il paziente può andare incontro a stati di ansia e depressione, e sviluppare addirittura i sintomi tipici di un disturbo post traumatico da stress (PTDS). Non intervenire in modo adeguato può compromettere le possibilità di recupero, sia psicologico che fisico.
Ad esempio, sono stati condotti due studi sperimentali in pazienti che hanno subito eventi cardiaci gravi per testare l’efficacia del metodo EMDR nel trattare i sintomi di PTDS, quali ansia e depressione sviluppati nel periodo post operatorio. Il trattamento si è dimostrato efficace nella riduzione della sintomatologia postraumatica, nel ridurre sia l’ansia di stato che quella di tratto, e nel ridurre la sintomatologia depressiva. Dopo sei mesi rispetto al termine del trattamento, questi pazienti hanno riscontrato il persistere di tali benefici.
All’interno del percorso del paziente con malattia cardiaca congenita o cardiovascolare acquisita, uno dei nostri obiettivi è quello di fornire, laddove necessario e possibile, una presa in carico – dunque – anche dell’aspetto psicologico implicato nell’esperienza ospedaliera e post-ospedaliera. Coinvolgendo sia il paziente che il familiare, in un percorso multidisciplinare ed integrato, che possa far sentire la persona in tutta la sua soggettività e umanità, messa al centro, e non semplicemente l’oggetto di un trattamento medico-chirurgico.
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