Una delle parole che ben rappresenta Monasterio è “formazione”. E a confermare quanto sia importante formarsi e formare, il dottor Giacomo Bianchi, cardiochirurgo esperto di procedure endoscopiche di Monasterio, lo scorso dicembre è stato in Serbia, presso l’Istituto di malattie cardiovascolari Dedinje.
Obiettivo della collaborazione con la clinica serba era formare l’equipe, e in particolare il dottor Aleksandar Milutinovic, alle tecniche endoscopiche. Tecniche che consentono di intervenire sul cuore senza aprire il torace del paziente, ma praticando una piccola incisione negli spazi intercostali. La chirurgia mini invasiva o endoscopica è una “filosofia” operatoria che Monasterio ha adottato da più di due decenni e che consente di ridurre il trauma chirurgico, abbattere il dolore post operatorio e il rischio infezioni permettendo un più rapido recupero del paziente.
Il dottor Giacomo Bianchi, nei 3 giorni di permanenza presso l’Istituto di malattie cardiovascolari Dedinje, ha fatto da master ai medici locali durante 4 interventi cardiochirurgici. Tutti e 4 eseguiti senza aprire il torace.
“La formazione dei colleghi dell’istituto Dedinje è stata globale, dalla fase di pianificazione con gli esami strumentali fondamentali come ecocardiogramma e AngioTC toraco-addominale, alla chirurgia e infine all’assistenza post-operatoria. Ho trasmesso – spiega il dottor Bianchi – la necessità di pianificare l’intervento, di definirlo nei dettagli per entrare in sala e dare applicazione. Nello sviluppo delle tecniche endoscopiche per la chirurgia delle valvole cardiache uno degli obiettivi principali di Monasterio è stato, infatti, quello di rendere l’intervento riproducibile, definito da procedure codificate e questo ho cercato di trasmettere. I 4 pazienti operati presentavano patologie avanzate della valvola mitrale: “ Applicando i principi di standardizzazione sviluppati in Monasterio – chiarisce Giacomo Bianchi _ siamo riusciti a riparare in maniera ottimale le valvole, nessuna è stata sostituita. Formare alle tecniche endoscopiche è molto impegnativo perché al medico è richiesto di formare sopperendo anche alle eventuali difficoltà del collega in fase di apprendimento. Devo dire che i colleghi serbi hanno dimostrato grande capacità di interazione, di apprendimento, appunto e grande interesse; tutti i professionisti coinvolti, dagli anestesisti ai perfusionisti, dai chirurghi agli infermieri, si sono mostrati accoglienti e desiderosi di conoscere le tecniche mini invasive. Per me è stata un’ ulteriore sfida personale nel trasmettere, e direi con successo, una tecnica così avanzata in una struttura internazionale”.
I 4 pazienti operati hanno avuto un normale recupero postoperatorio: ricoverati in Terapia intensiva per non più di 48 ore, dopo 5 giorni sono stati dimessi in buone condizioni di salute con un ottimo risultato chirurgico.
“Il dottor Bianchi ha dimostrato – sono le parole del professor Milovan Bojic, direttore dell’ospedale serbo, nel certificato di mentorship – una tecnica e una capacità eccezionali di adattarsi a diverse condizioni e circostanze e una notevole competenza didattica e pratica. Grazie a lui, il dottor Aleksandar Milutinovic ha mostrato enormi progressi. Speriamo di rivedere il dottor Giacomo Bianchi nella nostra clinica”.