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World Cancer Day

WORLD CANCER DAY

Il 4 febbraio ricorre, puntalmente ogni anno, la Giornata Mondiale Contro il Cancro.

Il tema scelto per questo 2022 è #CloseTheCareGap: close the care gap, avvicinare il divario di cura, nel mondo. Avvicinare in un periodo storico (e clinico) in cui il mondo è diviso, lontano, a causa di un altro male. Avvicinare – virtualmente – tutti coloro che stanno combattendo la propria battaglia personale con il cancro, e avvicinare tutti quei metodi e tutte quelle conoscenze di cura che provano a vincerlo, il cancro.

L’impegno della Monasterio nella cura del cancro si esprime nella protezione della salute del cuore e del sistema cardiovascolare, in stretta sinergia con l’azione degli oncologi e degli operatori sanitari che – contemporaneamente – accompagnano il paziente nella propria battaglia contro il terribile mostro: il cancro.

Forse non tutti sono a conoscenza del fatto che i trattamenti chemioterapici possono compromettere il benessere cardiovascolare.

Ed è proprio questa la missione dell’Ambulatorio di CardiOncologia della Fondazione Monasterio: garantire la sorveglianza e la corretta prosecusione di trattamenti che – spesso – possono compromettere la funzione ed il benessere cardiovascolare nei pazienti con il cancro.
Sviluppare una terapia che sia personalizzata, cucita su misura del paziente (perché ogni paziente è una storia a sé), per permettergli – così – di proseguire il proprio trattamento chemioterapico.

In occasione delle visite presso l’Ambulatorio di CardiOncologia, il paziente è sottoposto ad elettrocardiogramma, ecocardiogramma, e valutazione degli indicatori bioumorali di danno cardiaco.
Gli esami citati permettono al Medico Specializzato di identificare precocemente eventuali alterazioni, o inserire terapie che consentano il trattamento oncologico, cercando di migliorare, quindi, la possibilità di sopravvivenza, e proteggendo, al tempo stesso, l’apparato cardiovascolare.
Un trattamento cardiotossico (cioè che fa male al cuore) può comportare una cardiomiopatia o uno scompenso cardiaco.

Questa la missione del Medico Cardioncologo: proteggere il cuore e consentire – il più possibile – la prosecusione sicura della chemioterapia al paziente.

Paziente. Uomo o donna che sia.
È importante sapere, come insegnano gli studi di Salute e Medicina di Genere, che esistono differenze significative fra il genere maschile ed il genere femminile. Dal punto di vista della malattia in sé, è differente la prevalenza dei tumori fra uomini e donne, la modalità di presentazione della malattia, la prognosi ed anche la risposta alle terapie (compresi gli effetti collaterali). E poi anche dal punto di vista della risposta ai trattamenti (tradizionali, quindi chemioterapici, e non).

Iniziare un percorso (qualsiasi percorso, ma in questo caso) di CardiOncologia alla Monasterio significa essere al centro.
Come diceva il nostro Fondatore, il Professor Luigi Donato: “Tutto partendo e tutto tornando all’uomo e ai suoi problemi”.

 #CloseTheCareGap

«Una visita al cuore e all’anima – racconta Bruna –. Un luogo, chi l’avrebbe mai detto?, nel quale mi sento a mio agio, un luogo in cui un paziente, oltre ad essere curato, trova un sollievo e una famiglia».

Bruna

«Appena varcata la soglia della Fondazione Monasterio – racconta Valentina –, sono stata accolta da un Medico che poi non mi ha più abbandonata. Quel giorno, in cui ho scoperto di essere affetta da un terribile male – il cancro – non ero stata accompagnata da nessuno. Ma non ero sola: il Medico che era con me ha riempito i vuoti e ha placato le mie paure più grandi.
“Valentina, sei in guerra”, mi ha detto. Sto combattendo la mia guerra, ma non sono sola: accanto a lui, altri Medici dell’Ospedale San Cataldo. Medici umani che esercitano una professione, una missione vorrei dire, che mi hanno riempito l’anima. Non provo solo riconoscenza per il loro lavoro, fatto di umana professionalità, provo anche immenso affetto per i piccoli gesti, non dovuti, ma apprezzati, quasi come facessero parte della mia famiglia.
Sto ancora combattendo la mia guerra, ma sono felice di farlo con i miei Medici.
Grazie alla Fondazione Monasterio».

Valentina

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